Nelle aziende agricole ad indirizzo orticolo l’estate è notoriamente una stagione di raccolti abbondanti: pomodori, zucchine, peperoni, cetrioli, angurie e tanto altro ancora. Mentre si vende tutto questo, contemporaneamente si organizzano le nuove colture, perché gli ortaggi tipicamente autunnali come cavoli, radicchi e finocchi vengono messi a dimora nel pieno dell’estate.
Non tutti immaginano infatti che già nel mese di luglio ci si debba proiettare nell’autunno ed eseguire buona parte dei trapianti.
Le aziende agricole biologiche, soprattutto quelle che vendono i loro prodotti tramite canali di filiera corta, puntano molto sulla massima diversificazione colturale e danno ampio spazio a più specie e varietà possibili. Tutto questo vale anche per i numerosissimi orti privati diffusi in tutta Italia, dove i tipi e le quantità di ortaggi vengono impostati in base ai gusti personali, allo spazio disponibile per la coltivazione e alla stagione.
Le tecniche colturali con metodo biologico
Una delle regole basilari dell’agricoltura biologica è quella delle rotazioni colturali. Gli ortaggi fanno parte di diverse famiglie, e l’ideale è alternare sul terreno specie appartenenti a famiglie diverse. In base a questo criterio, dopo una leguminosa potrà seguire ad esempio una brassicacea, mentre dopo le liliacee vanno bene composite o chenopodiacee e così via. Un altro criterio di rotazioni è quello basato sulla tipologia di pianta: da foglia, da radice, da tubero o da frutto, che devono essere alternati. Non è sempre possibile rispettare rotazioni rigorose, e per venire in contro ad alcune difficoltà pratiche, il DM 18354 del 2009 ha stabilito la seguente eccezione:
gli ortaggi a foglia a ciclo breve (ad esempio: rucola, insalata, etc.) possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli consecutivi, successivamente ai tre cicli segue almeno una coltura da radice/tubero oppure una coltura da sovescio
Cavoli per tutti i gusti
Le piantine di cavoli che si trapiantano in questo periodo nelle aziende agricole biologiche devono provenire da vivai muniti di certificazione.
Tutti i cavoli (verze, broccoli, cavolfiori e gli altri) sono piante che rispondono molto bene alla concimazione organica basata sui prodotti elencati nell’allegato I del Reg. 889/08, ovvero letame di animali diversi, compost, borlande, sottoprodotti della macellazione e altro ancora. La preparazione del terreno, quindi, oltre alla lavorazione meccanica, prevede anche l’aggiunta di fertilizzanti.
I parassiti specifici dei cavoli, come i bruchi di nottue e cavolaia, possono essere debellati con prodotti a base di microrganismi, come previsto dall’allegato II del suddetto Regolamento, e nella fattispecie il Bacillus thuringiensis kurstaki.

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Radicchi e cicorie per un pieno di salute
Piante dal benefico effetto depurativo sul fegato, le cicorie o radicchi non piacciono a tutti a causa del loro sapore amaro, che può essere stemperato mescolandoli in insalata mista insieme alle carote fatte alla julienne. Tutti i radicchi, rossi e variegati, si coltivano senza problemi con i metodi dell’agricoltura biologica, in quanto sono piante rustiche e resistenti alle patologie. I più noti sono: il radicchio rosso di Treviso, quello classico e il tardivo a costa grande, il radicchio di Verona, il radicchio di Chioggia, la cicoria Variegata di Castelfranco, la Bianca di Mantova.
Finocchi
Il trapianto dei finocchi deve essere eseguito ad agosto quando le ore di luce calano sensibilmente, ma a luglio è possibile seminare le piantine in semenzaio. Le aziende agricole biologiche devono utilizzare semi prodotti da ditte sementiere in possesso di certificazione bio, ovvero da piante madri coltivate con il metodo biologico (art 12, paragrafo i del Reg 834/07). In linea generale, nel caso in cui non sia possibile trovare sul mercato sementi bio, è possibile richiedere una deroga motivata che permette di usare semi convenzionali.
Porri
I porri sono ortaggi che si mettono a dimora da febbraio ad agosto, quindi le aziende biologiche che perseguono una continuità di raccolti li trapiantano anche in questo periodo. La buona riuscita dei porri in campo è minacciata dalla tignola, lepidottero che si sconfigge con lo stesso prodotto innocuo per l’ambiente a base di Bacillus thuringiensis.
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