Etichette – sesta parte: gli integratori
Non basta più mangiare: per sopperire a ritmi di vita e ad attività sempre più stressanti e a una qualità nutrizionale del cibo che a volte ci lascia scettici, bisogna integrare. Il mercato degli integratori segue un trend in continua crescita, e per ragioni di sicurezza alimentare non può essere senza regole. Vediamole allora, e scopriamo così cosa possiamo trovare, ma soprattutto cosa non dovremmo trovare in etichetta.
Con un volume d’affari pari a 3,3 miliardi di euro nel 2018, quello degli integratori è un settore di sicuro interesse. La crescita, costante da anni e sostenuta da nuove scoperte scientifiche su metabolismo e nuovi componenti attivi, trova sponda in una maggiore attenzione del consumatore ai temi di nutrizione e benessere, e anche in una sua maggiore conoscenza – anzi competenza – in tema di alimentazione sana e funzionale.
Che cosa differenzia gli integratori dagli alimenti?
I canali di vendita sono i più vari: farmacie, erboristerie, negozi per sportivi, supermercati e il web, con tutte le possibilità che offre l’e-commerce. In effetti gli integratori possono essere destinati a diversi tipi di necessità e scopo: dal supplemento energetico/minerale per lo sportivo, al prodotto dietetico per aiutare la riduzione di peso, dalla tisana rilassante alle capsule che sostengono la memoria degli studenti.
La possibilità di comprare in punti vendita molto diversi potrebbe creare qualche confusione sulla natura di questi prodotti e, allora, chiariamo subito: gli integratori fanno parte del grande gruppo degli alimenti (e non dei farmaci) e ne seguono le stesse regole, salvo qualche particolarità importante.
In passato erano chiamati anche supplementi. Si caratterizzano e differenziano dagli alimenti normali proprio perché non nutrono da soli; non costituiscono un piatto o un pasto, non sono completi ma sono utili in piccole dosi per completare la dieta arricchendola con un nutriente o un mix degli stessi.
Il carattere complementare è la prima e più importante differenza con gli alimenti, ma non è la sola. I componenti sono caratterizzati dall’avere una qualche funzione o attività metabolica, e appartengono fondamentalmente a due grandi categorie: ci sono innanzitutto i nutrienti veri e propri, tra cui svettano minerali e vitamine, e comprendono anche amminoacidi (ad esempio gli amminoacidi ramificati), acidi grassi essenziali, glucidi dalla assimilazione controllata, fibra alimentare più o meno solubile…
Ma è l’altra categoria che dà sempre maggiore spinta al comparto: stiamo parlando dei botanicals, estratti o preparati di origine vegetale, derivati da piante con comprovati effetti funzionali.
L’utilizzo di nutrienti come integratori è normato a livello europeo attraverso la Direttiva Europea n. 46 del 2002, attuata in Italia con decreto legislativo n. 169 del 2004 e successive modifiche. La direttiva stabilisce l’elenco di minerali e vitamine che possono essere oggetto dell’integrazione e anche gli ingredienti ammessi per fornire questi nutrienti. Il contenuto minerale o vitaminico deve essere significativo, vale a dire che deve coprire una percentuale minima (il 15% per alimenti e il 7,5% nelle bevande) del fabbisogno giornaliero di ciascun nutriente, come definito nel Regolamento UE 1169/2011 sull’informazione sugli alimenti ai consumatori.
I botanicals, invece, non hanno ancora una norma univoca in Europa: per questo dal 2012 l’Italia si è dotata di una normativa nazionale che prevede un elenco in costante aggiornamento di piante e funghi utilizzabili come integratori, con specifiche che riguardano la parte tradizionalmente impiegata, gli effetti fisiologici riconosciuti e quindi pubblicizzabili, ed eventuali prescrizioni da riportare in etichetta.
Proprio in riferimento alle funzioni metaboliche riconosciute, gli integratori spesso mettono in luce in etichetta le loro proprietà: anche queste dichiarazioni sono regolamentate. Non dimentichiamoci infatti che gli integratori sono classificati come alimenti e quindi sottostanno alle stesse regole definite per i claims salutistici e nutrizionali dei prodotti alimentari.
Leggi anche: Etichette – quinta parte: le etichette bio

Credits: Freepik
Dosi consigliate, perché gli integratori non sostituiscono il cibo
Qualsiasi integratore deve rendere esplicito in etichetta il dosaggio giornaliero consigliato: per questa ragione questi prodotti devono essere confezionati in quantitativi facilmente dosabili come pastiglie, capsule, bustine o anche in polvere o in liquido, ma con un dosatore in dotazione o chiaramente identificabile (un contagocce, un misuratore, un cucchiaino…). In etichetta poi dovranno apparire eventuali consigli d’uso e avvertenze.
Data la natura complementare del loro apporto nutritivo questi prodotti riportano non una vera dichiarazione nutrizionale, ma una tabella col contenuto degli ingredienti caratterizzanti (che siano questi minerali/vitamine, componenti vegetali o altro), espressi come apporto al dosaggio consigliato e relativa copertura percentuale del fabbisogno giornaliero.
È importante seguire correttamente tutte le prescrizioni normative perché l’immissione in commercio degli integratori è subordinata alla notifica elettronica dell’etichetta al Ministero della Salute. Questa viene valutata e, solo se ritenuta conforme, il prodotto sarà iscritto nell’elenco degli integratori del Ministero e potrà quindi essere messo in vendita. L’iter di registrazione, se l’etichetta e il prodotto hanno tutte le caratteristiche necessarie, si completa in 90 giorni: non pochi, per chi ha fretta di mettere in commercio il prodotto, ma possono anche essere di più nel caso le informazioni risultino da correggere!
Ancora una volta regole precise fanno da filtro ad informazioni e prodotti che a parole promettono di prevenire o attenuare diversi problemi di salute. Solo i migliori, i più seri potranno vantare la qualifica di Integratori alimentari. E di serietà ce n’è bisogno…Sarebbe bello poter credere che salute e benessere siano ottenibili solo con una pillola o una bustina “miracolosa”, ma non sarebbe vero e la legge non lo permette: non a caso sull’etichetta di qualsiasi integratore va inserita una frase che specifica come l’integratore non sostituisca “una dieta variata ed equilibrata ed un sano stile di vita”.
Ancora una volta la norma protegge ma lascia un po’ di amaro in bocca: quello della consapevolezza che gli integratori aiutano ma non risolvono. E noi dovremmo usarli con questa consapevolezza, in attesa della ricetta dell’elisir di lunga vita.
[inbound_button font_size=”20″ color=”#752524″ text_color=”#ffffff” icon=”hand-o-right” url=”https://www.bioqualita.eu/bioqualita-servizi/qualita/” width=”” target=”_self”] Scopri i nostri servizi per le tue etichette alimentari e la notifica degli integratori [/inbound_button]
credits: Flaticon